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"... La 'coltellata di carità' delle poesie di Laura Canciani qui raccolte non cela la violenza che ogni parlare esercita su chi ascolta, ma cerca di addolcirla in un dialogo alla pari, umile, dove l'umanità traspare con dolcezza nei versi il cui ritmo cerca di essere lieve per attenuare un po' la pena in cui inevitabilmente siamo. 'Voglio parlare il linguaggio degli uomini / non quello della letteratura', ripete, perché solo quel linguaggio può permettere di sentire piangere il vento, di aver fame di alberi, di cogliere spiragli di gioia e di aver paura di camminare sopra una stella. La metafora non è qui ornamento dello stile, ma essenza di senso in un rapporto con il mondo che non si limita al realismo delle apparenze..." (dalla prefazione di E. Castelli Gattinara)